Negli anni voci, credenze e falsi miti sull’ipnosi si sono moltiplicati, fino a destare preoccupazione in chi vorrebbe affidarsi a queste tecniche per superare ansia e svariate problematiche psicologiche, ma ne teme un’eventuale perdita di controllo. Qual è la verità? Scopriamola insieme!
Sommario
L’ipnosi: cos’è e quali benefici?
L’ipnosi è uno stato di profonda concentrazione e introspezione, che ci permette di esplorare il nostro inconscio. Viene utilizzata in psicoterapia ed è una tecnica affermata anche in ambito ospedaliero (Es. Molinette di Torino). Nel tempo è stata oggetto di ricerche e studi internazionali da parte di istituti di pregio quali l’Università di Harvard e la Stanford University.
È un fenomeno naturale che ci aiuta relazionarci e gestire le emozioni, evitando di classificarle così in positive o negative. Ogni emozione che proviamo, infatti, non si manifesta per distruggerci, ma piuttosto per segnalare un pericolo e ricordarci di prenderci cura del nostro benessere ed equilibrio interiore.
Le emozioni sono il modo in cui elaboriamo esperienze, accadimenti e per questo vanno elaborate, non respinte. La reazione alla sofferenza grazie all’ipnosi cambia e non verremo più travolti in un vortice emotivo senza fine. Saremo, invece, in grado di separarci da ciò che percepiamo come doloroso o penalizzante. Le risorse interne vengono riattivate e l’inconscio diventa la chiave di lettura per superare il malessere. Gli schemi che hanno causato il disagio si rompono: l’effetto sarà quello di liberarsi dalle emozioni penalizzanti e superare i dolori del passato.
L’ipnosi è un approccio terapeutico introdotto da Milton Erickson (medico americano vissuto nella prima parte del Novecento) per generare un cambiamento positivo e un miglioramento concreto nella vita delle persone, attraverso immagini e metafore, sotto la guida di un ipnotista.
I falsi miti sull’ipnosi: la perdita di controllo
Tra i pregiudizi senz’altro più frequenti relativi all’ipnosi vi è la perdita di controllo in seduta e di conseguenza l’avvertire un profondo senso di vulnerabilità. In realtà, il paziente resta vigile, cosciente e può interrompere in qualsiasi istante lo stato di trance che si crea con l’ipnosi, avendone il pieno controllo.
Non si viene affatto manipolati, sottomessi o costretti a compiere gesti dannosi per se stessi o gli altri e nemmeno a rivelare segreti e fatti privati. La mente è lucida e si rimane in contatto con la realtà e i suoi rumori, prestando solamente una maggiore attenzione all’inconscio. Nulla di pericoloso quindi per la salute e la psiche.
Il paziente non è in uno stato di ipnosi perenne ma si risveglia a conclusione della seduta.
L’ipnosi crea dipendenza?
Un altro falso mito sull’ipnosi è che si sviluppi nel tempo una sorta di dipendenza. La verità è che nessuna tecnica ipnotica può alterare l’equilibrio chimico e biologico, motivo per cui non esiste alcuna dipendenza.
Ci sono però benefici evidenti nell’affidarsi a un trattamento psicoterapico di ipnosi per quanto riguarda proprio il contrasto alle dipendenze, tra cui quello di smettere di fumare. Una visione diametralmente opposta, che valida ancor di più l’ipnosi come tecnica sicura e priva di rischi.
L’ipnosi è solo per pochi eletti, sarà davvero così?
Se c’è un aspetto da considerare per la buona riuscita dell’ipnosi è la forza di volontà del paziente ma anche il rapporto di fiducia che si crea con lo psicoterapeuta. Tutti noi possiamo fare affidamento alle tecniche ipnotiche per superare momenti di dolore, sprigionare il nostro potenziale o liberarci da una dipendenza, ma dobbiamo essere predisposti a lasciarci andare.
Proprio per questo, quando ricevo un paziente e prima di iniziare una seduta di ipnosi, propongo un colloquio conoscitivo. Considero da sempre ascolto ed empatia preziosi alleati alla buona riuscita del percorso psicoterapeutico di ipnosi.
Si instaura così un dialogo che mi permette di conoscere il vissuto della persona che ho di fronte ma anche eventuali dubbi sull’efficacia dell’ipnosi stessa. Ricordiamoci sempre che l’ipnotista non fa altro che guidare il paziente in una profonda introspezione da cui si può riemergere in qualsiasi momento, al fine di generare un cambiamento di cui spesso si ha timore e che migliori concretamente la vita.