Le esperienze fuori dal corpo (OBEs, dall’inglese “Out-of-Body Experiences”) sono un fenomeno che va al di là della nostra comprensione della realtà, e che negli anni è diventato oggetto di ricerche scientifiche oltre a motivo di grande dibattito. Ma cosa sono davvero le OBEs e quali sono le loro implicazioni terapeutiche?
Che cosa sono le OBEs?
Le OBEs si traducono nella percezione che hanno alcune persone di lasciare il loro corpo, finendo per osservarlo a distanza. Possono verificarsi durante un intervento chirurgico, a seguito di un trauma, in fase di profonda meditazione o di paralisi del sonno. Un fenomeno di grande interesse, studiato anche dalla scienza, che ha individuato le aree del cervello che sembrano direttamente coinvolte.
Chi le ha vissute racconta di come siano esperienze profonde e per un certo verso trasformative, considerate più reali della realtà, in grado di avere un impatto positivo e duraturo sulla vita, sia per quanto concerne la personalità che il comportamento.
Momenti di grande pace, di dissoluzione dell’ego e di connessione universale che possono portare allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici, al fine di trattare l’eventuale comparsa di disturbi da stress post-traumatici o depressione.
Le OBEs sono di fatto un valido supporto al benessere individuale e collettivo, visto l’impatto psicologico ed emotivo sulle persone che le sperimentano.
Cosa accade durante le OBEs?
A prescindere dal momento in cui si verificano, alcuni riferiscono di vivere un distacco netto non solo dal corpo, ma anche dalle preoccupazioni e dai problemi quotidiani. L’inquietudine lascia spazio a sensazioni di pace e di serenità. Altri invece la percepiscono come un’esperienza lucida e reale, molto più intensa di quella che provano nella realtà e per questo in grado di generare un cambio di visione del mondo e della vita.
Durante un’esperienza fuori dal corpo l’individualità si attenua, in nome di una coscienza sempre più ampia e universale. Si tratta della “dissoluzione dell’ego”, elemento rilevante nelle OBEs. Ci si sente connessi con l’universo, in empatia con gli altri e questo porta inevitabilmente ad ampliare le proprie visioni della vita in un percorso di continua crescita.
La reazione alla paura e al trauma
Se per una parte della popolazione le OBEs sono esperienze piacevoli e di grande armonia, per un’altra fascia il discorso cambia. Quando vengono indotte da una condizione clinica difficile o da una situazione di stress o di trauma, dove non si ha la piena consapevolezza di ciò che si sta vivendo, le esperienze fuori dal corpo possono addirittura essere causa di ansia e spavento. Si ha timore di perdere il controllo e di non fare più ritorno al corpo.
Un quadro che appare complesso, ma che nel tempo può integrarsi nel nostro vissuto, dando una visione decisamente più ampia e per nulla scontata della vita, aiutandoci a sviluppare maggiore resilienza psicologica.
Vale la pena quindi comprenderle, rielaborarle e infine integrarle nel quotidiano per affrontare problemi di dissociazione o traumi psicologici affidandosi a un professionista della salute mentale. Non solo si andrà a diminuire l’ansia ma anche a migliorare quel senso di connessione spirituale e personale che ci appartiene.
La ricerca scientifica è in fase di sviluppo sulle OBEs e sulle implicazioni che queste hanno sulla stabilità emotiva e psicologica di chi le sperimenta, ma anche su come tali esperienze possono arricchire gli approcci terapeutici in essere e migliorare la quotidianità dei pazienti.
Le esperienze fuori dal corpo sono un affascinante crocevia tra scienza, psicologia e ricerca spirituale. Con l’avanzare delle ricerche scientifiche scopriremo ancor di più i benefici delle OBEs nel trattamento dei disturbi mentali. Nuove e affascinanti prospettive che influenzano la nostra vita e la comprensione della realtà.